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Giornata della Memoria, la piazza di Napoli è gremita
In piazza Borsa la celebrazione, tre giorni dopo il Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime della Shoah con la comunità ebraica e le scuole. Schapirer: «La partecipazione dei napoletani ci dà fiducia nel futuro»
NAPOLI - «Il cuore grande dei napoletani, il loro calore, la loro solidarietà, dimostrataci in una giornata che, per noi ebrei, evoca gli anni bui delle persecuzioni razziali e delle deportazioni, ci permette di guardare con maggiore serenità e fiducia nei tempi futuri», dice la presidente della Comunità ebraica di Napoli, Lydia Schapirer, alla cerimonia per ricordare Amedeo Procaccia, Iole Benedetti, Elda Procaccia, Loris e Luciana Pacifici, Sergio Oreste Molco, Milena Modigliani, Aldo e Paolo Procaccia, i nove napoletani deportati nel campo di sterminio di Auschwitz il 30 gennaio di settantasei anni fa, i cui nomi sono incisi su altrettante pietre d'inciampo installate innanzi allo stabile dove abitavano.
Sono state decine le organizzazioni che, «al di là degli steccati imposti dalle logiche di appartenenza politica», hanno affollato piazza Bovio, prima, e via Luciana Pacifici poi, per rendere omaggio alle famiglie ebree nel corso della cerimonia civile e religiosa promossa e organizzata dalla Comunità ebraica di Napoli - che tre giorni fa aveva disertato le manifestazioni del Comune, in polemica con l’assessore alla cultura De Majo - col sostegno della Federazione delle associazioni Italia-Israele e della Camera di Commercio di Napoli. «Non abbiamo fatto inviti - ha aggiunto Schapirer - ma siamo stati oltremodo sorpresi e anche felici di raccogliere un numero così alto di consensi intorno ad una manifestazione dai valori così alti e profondi».
Nel corso della manifestazione si è tenuta la funzione religiosa celebrata dal rabbino Ariel Finzi e sono stati letti alcuni passi del volume di Nico Pirozzi “Traditi - Una storia della Shoah napoletana” dall'attrice Cristina Donadio, accompagnata al violino da Angela Yael Amato.
«Oggi a Napoli, accanto alla Comunità ebraica che celebrava l'inaugurazione delle pietre d'inciampo, è scesa la città che non odia. Nelle centinaia di persone che affollavano Piazza Bovio c'era lo specchio della società civile: gli ordini professionali, le associazioni civiche, i giovani e le scuole» dice il presidente nazionale della Federazione Italia-Israele, Giuseppe Crimaldi: «Ha ragione l'ambasciatore d'Israele in Italia, Dror Eydar, quando dichiara - nel messaggio che mi ha affidato e che ho letto - che “ancora oggi, l'antisemitismo torna a serpeggiare pericolosamente nel cuore dell'Europa, e nel resto del mondo, spesso camuffato sotto le spoglie dell'antisionismo».
Tra chi oggi commemora quegli anni terribili e le vittime dell'orrore, c'è Bruno Pastogi, nipote di Sergio Molco, il cui nome è su una delle “stolpersteine” in piazza. «Vengo da Livorno - racconta - mio zio, fratello di mia mamma, fu catturato a Viareggio e deportato nel campo di Bagno di Lucca e poi ad Auschwitz. È stato trucidato, a mio zio è toccata questa sorte perché faceva parte della famiglia Procaccia, mia zia Ivonne è sopravvissuta con il figlio piccolo Renato». Pastogi ha raccontato di essere stato bersaglio, nella sua città, di atti antisemiti: «Ho reagito, le forze politiche e la città hanno reagito in maniera forte con me. Siamo in una situazione difficile a livello mondiale e questa cosa non ci fa stare sereni, nessuno ci fa paura ma non bisogna sottovalutare il problema, spesso si pensa che questi episodi siano frutto di qualche stupidata di uno sconsiderato, invece dietro c'è ben altro».
Alla manifestazione ha partecipato anche Giovanni Sgambati, segretario Uil Campania: «È una pagina della storia della città - ha concluso - e non si possono commemorare le vittime dell'Olocausto senza la comunità ebraica».
«È stata una decisione combattuta, è naturale che sarebbe stato più bello celebrare questa giornata tutti insieme» dice ancora Lydia Schapirer, presidente della comunità ebraica di Napoli in polemica col neo assessore De Majo per alcune dichiarazioni rese anni fa: «Ma il diritto all'esistenza e alla difesa dello Stato d'Israele non si può mettere in discussione, noi siamo qui e finora non c'è stato alcun passo indietro».
(RW\LM)