Anusim-אנוסים
Dalla Penisola Iberica
alla Sicilia e la Calabria
Anusim, "costretti"
è il termine corretto che descrive un gruppo di ebrei espulsi dalla Penisola
Iberica durante l'Inquisizione nel 1492. La questione era particolarmente
importante per molti di loro perché non erano solo costretti a convertirsi al
Cristianesimo, ma soprattutto costretti ad abbandonare il loro status di
appartenenza alla Nazione Ebraica. Il problema maggiore consisteva in come mantenere l'ebraismo senza più esser
parte della Nazione Ebraica. Riconosciamo gli Anusim proprio da questo
particolare, e per i loro sforzi per mantenere le tradizioni anche nella
Diaspora. Alcuni di loro avevano il sentimento di saggezza interiore ereditato dai loro padri che li
portava a credere che l’auto da fe
'non avrebbe avuto fine con l’Inquisizione,
quindi un modo sicuro per vivere come un Ebreo, era in realtà di restare
Anusim, e solo attraverso una forte fede continuavano a credere che la porta si sarebbe riaperta riportandoli ad una vita ebraica. Venendo dalla Penisola Iberica, sia dalla
Spagna che dal Portogallo, si trattò per lo più di ebrei che arrivarono in
Sicilia già come Conversos. Si spostarono in Calabria, non appena l'accusa li
obbligò a lasciare l'isola siciliana, mentre un piccolo gruppo di loro si
trasferì a Napoli e dintorni, mescolandosi con gli ebrei emigrati dal nord.
Avevano abbandonato tutti i loro averi, le case e portato con sé soltanto la
loro sicurezza e la vita, considerata secondo l’ Halachà la cosa più importante:
"Salva una vita, salva il mondo", un Ebreo che salva la sua vita
continua la generazione e salva il Mondo. Gli Anusim sapevano come salvare le
loro generazioni. Le tradizioni sono di due tipi anche se ogni gruppo ha il suo
modo di mantenere queste tradizioni. E’ importante fare una chiara distinzione
con le tradizioni ebraiche dei Marrani e quelle degli Anusim. I primi si
spostarono in Italia da nord soprattutto
dal Portogallo. Vivevano come cripto-ebrei
all'interno di società segrete, quindi facilmente poterono emigrare nei
paesi orientali, dove erano state fondate numerose comunità ebraiche. Un certo
numero di marrani rimase per lo più a Nord a Livorno, Ancona, Ferrara, mentre
in Puglia i marrani ebbero la possibilità di emigrare verso la Grecia e la
Turchia, quindi un piccolo numero di loro rimase in quella zona, infatti la
maggior parte delle sinagoghe sono medievali, e non Sefardite. Un tipico
esempio di come gli ebrei trasmisero la loro identità è chiaramente dimostrato
dalle tradizioni nel loro modo di vivere. Le Comunità Anusim, normalmente
importavano interi villaggi con tutte le loro tradizioni Sefardite Spagnole: "San Salvatore, Sant’ Andrea"
erano nomi di Villaggi Anusim, così come "Serre", che in lingua
Spagnola ossia Ladina, significa boschi o foreste. Anche il termine Toro
spesso nascondeva il vero significato di Torah, infatti in due villaggi
vicino Napoli ' , di "Santa
Maria del Toro", vi e’ una tipica tradizione
ebraica dei Conversos dedicata al Santo, dove il Santo in questo caso indica la
stessa Torah. In questi paesini esiste anche la tradizione di osservanza di
appendere sul lato destro delle porte frontali appunto "Maria del Toro" come
una Mesuzah a tre quarti del lato della porta. St. Lucia invece e’ la
Celebrazione della Santa Luce, si celebra circa il 13-16 dicembre, con una
tradizione di accendere un lume con olio
di oliva puro chiamato "Luce
Eterna", e allo stesso tempo vi e’ la
tradizione di distribuire ciambelle cotte in olio di oliva con foglie di
alloro. Durante quella settimana è consuetudine
accendere
candele alle finestre. Nel mese di febbraio c'è una tradizione di piantare
alberi per ogni primo nato, mentre un festival nel mese di gennaio "Pacchianelle",
ricorda molte delle tradizioni Spagnole : I personaggi oltre 200, con i tipici
costumi Spagnoli antichi usati anche nella costiera Sorrentina, scendono a
piedi giù dalle montagne con bambini e animali domestici, portando a valle
cibi, pane, frutta, formaggi, ed una volta nella piazza si svolge una manifestazione
con danze ballate con le nacchere, su canti di Slami Ebraici. Spesso si
attribuiscono il nome di Spagnoli
che è la versione moderna degli Ispanici o Sefarad.
Mantengono questa tradizione da oltre 100 anni, così come la Tradizione tipica
dei Conversos della "Processione
del Venerdì Santo", come la ben nota a Seiano
di Vico Equense che si tiene ogni tre anni, con gli "Incappucciati", ossia gli
Inquisitori, con un Evento locale a cui prendono parte oltre 350 personaggi e
si ricorda il giorno in cui gli
Inquisitori cercavano gli ebrei Conversos condannandoli a morte. Coltivano
tutt’oggi alberi di melograno nei loro
giardini in oltre i villaggi hanno la struttura di Borghi Spagnoli .
Altre tradizioni tipiche dei Conversos sono raramente visibili o riconoscibili,
poiche’ spesso camuffate con feste pagane o liturgiche inquanto il vero
significato doveva essere conosciuto solo all'interno del Gruppo. Una presenza
di discendenti degli Anusim di Moiano di Vico Equense mantiene una rudimentale
usanza dei Tefillin prima di dire le preghiere, usano alcuni termini e modi di
parlare in Ladino, ed hanno nomi e
cognomi ebraici, come Giuditta, Palma, o Marisa, Marianna e Annamaria, che
erano il nome che i Conversos usarono in sostituzione di Miriam mentre nomi
maschili erano Giuseppe, Vittorio, Beniamino. Mantengono alcune tradizioni
tipiche del lutto, ed in alcuni casi tradizioni di macellazione
kasher degli animali oltre ad avere la tradizione di matrimoni tra le famiglie
dei villaggi per cui i nomi e cognomi sono sempre ricorrenti oltre ad essere
parenti l’un l’altro. Per cio’ che riguarda le ricette della cucina il tipo di
Kasherut e tradizione è lo stesso utilizzato dalle famiglie Anusim delle Serre
Calabre
"Serre Calabresi".
Usano pesce,
olive e olio di oliva e verdure pulite con limone o aceto "netillat"
prima di preparare i carciofi, melanzane o altre verdure come lattuga e così
via, controllano attentamente le lenticchie il riso ed i legumi uno per uno,
per vedere se ci sono eventuali impurità, e le uova, per vedere se contengono
il seme. Insegnano alle donne ad essere molto attente alla pulizia personale, e
vi e’ la tradizione di bollire i panni
prima di portarli al fiume per lavarli, e comunque pulire tutto nel
fiume, come una tradizione delle donne di recarsi al fiume di notte con la luna
piena. La presenza di cognomi come, Coen o Longobardi, Ferraro, Cuomo nella
zona ampiamente dimostra che un numero di ebrei marrani dal Nord si era unito
al gruppo di questi Anousim della Penisola Sorrentina. Spesso i villaggi
avevano gli stessi nomi dei luoghi e cognomi dei Sefarditi della Spagna, cosa
che permetteva loro di individuarne anche dopo molte generazioni la provenienza
così da essere in grado di identificarsi. Questo perché i cognomi non sono
sempre un modo sicuro per garantire l'identificazione. Un'altra tradizione
tipica era quella di dare nomi ebraici ai bambini da parte materna e paterna,
dove spesso questi nomi come Jiole, Carmelita, Andreana o Teresa, erano tipici
nomi ebraici dei Conversos in modo da rendere possibile individuare se erano
venuti dalla Spagna già come ebrei convertiti. Molti di questi conservano la
tradizione dello Shabbat accendendo le
candele, sia come cripto-ebrei come quelli di Stretta Serrastretta e Serra San
Bruno, o come vuole la tradizione come avviene nel quartiere ebraico di Napoli di semplici candele, dove la donna avrebbe
mantenuto l'uso come un segno
inconscio della fede in alcuni casi chiamato anche "superstizione".
Queste
tradizioni consideravano piu’ gli usi delle famiglie paterne, sia per i costumi
che per l’osservanza. E sebbene l'istruzione proveniva da parte di madre e del
padre, la prevalenza della tradizione paterna indica un forte sistema educativo
che serviva a determinare l'identità ebraica del gruppo. Questo aveva lo scopo
non solo di assicurare la continuazione delle tradizioni ma soprattutto che
fossero mantenute all'interno del gruppo quelle provenienti dalle famiglie più
osservanti. Questo dunque era un modo importante per riconoscersi: in base ai
nomi e cognomi e tradizioni, potevano ricondursi da quale gruppo di Anusim
provenissero. Il caso in cui vi e’ stata mescolanza tra le tradizioni marrane
ed anusim, come è accaduto in molti dei gruppi nelle aree di Napoli, ha fatto
sì che marrani integrati nella Comunità Anusim facilmente trovassero mariti e
mogli all'interno del gruppo, pur mantenendo la tradizione tipica dei Marrani
che aveva l'eredità matrilineare: le donne marrane infatti spesso erano sposate
a non-ebrei, anche e soprattutto in Italia, sapendo che le donne provenienti da
famiglie ricche potevano ancora generare ebrei marrani capaci di contribuire
alle loro Società Segrete. Questa seconda tradizione, se non controllata
portava pero’ all'assimilazione, particolarmente perche’ le società segrete del
Sud non esistvano più dal momento che la maggior parte dei marrani erano
emigrati e coloro che rimasero vennero fortemente assimilati, e lentamente iniziarono
a rinunciare alla possibilità di un possibile ritorno. Il sistema degli Anusim
nel Sud Italia sembra quindi l'unico sistema che mantenne l'identità ebraica ed
essendo questa una tradizione molto più forte riuscì spesso anche a recuperare
i marrani identificandoli come ebrei, riassorbendoli nelle loro tradizioni
ebraiche. Ciò spiega il motivo per cui
gli Anousim e Marrani nella zona di Napoli è rimasto un gruppo
unificato, ed al contempo spiega anche perché non vi è alcuna tradizione
marrana tra gli Anousim calabresi. Infatti quest’ultimo è rimasto un gruppo di
famiglie venute strettamente dalla Sicilia. Nelle "Serre Calabresi”
e in alcuni dei villaggi
della Penisola di Sorrento si conserva questo
prezioso patrimonio. Le tradizioni ebraiche sono molto simili all'interno di
questi due gruppi, ed è certo che la maggior parte di queste famiglie siano le
stesse che in passato condivisero lo stesso percorso e che da generazioni
continuano ad essere Anousim ossia Ebrei osservanti.
Napoli, Giovedì 9 Agosto
2012 (21
Av, 5772)
di Yael Amato-אמאטו יעל