Il Sud che riscopre le sue Origini

Il Sud che riscopre le sue Origini
"Ni son todos los que están, ni están todos los que son" Gli Ebrei del Sud Italia che riscoprono le loro tradizioni di Sefarditi

27 ago 2013

Ebrei Catalani nel Mediterraneo





Dalla presente mappa del 1375 di Abraham Cresques  cartografo di Majorca, si possono notare le varie rotte ed insediamenti commerciali degli Ebrei Catalani in tutto il Mediterraneo. Le zone privilegiate erano appunto le Isole, di Majorca, quelle Italiane Sardegna e Sicilia e ad Oriente le Isole di Rodhes oltre naturalmente al Sud Italia tutto ed il Nord Africa. Questo chiarisce che in tutto il Mediterraneo si erano man mano per tutto il Medioevo diffuse importanti Comunita' Ebraiche che attraverso il commercio si espansero fino a che nel 1492 l'Inquisizione costrinse gli Ebrei alla Conversione forzata, o la pena di morte o l'abbandono di tutti i beni e quindi l'espatrio.

Sebbene nel basso ed alto Medioevo il Cristianesimo osteggio' spesso gli Ebrei con varie persecuzioni, fu in quel periodo che nel Mediterraneo gli Ebrei Catalani riuscirono a sviluppare una rete commerciale fortissima portando oltremare anche la Scienza Ebraica tra cui la Cabbala' di Rabbi Nachman detto Ramban ma anche conosciuto come Bonastruc ca ( da ) Porta.




La lavorazione della Seta, pelli, ed altri prodotti pregiati erano ormai un commercio che porto' molta ricchezza. Il Sud Italia tra cui Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia beneficiarono di tutto cio' ed in particolar modo il Mar Tirreno divenne itinerario frequentatissimo dalla Sicilia alla Calabria, e da Amalfi, Sorrento fino a Napoli ed oltre. Mentre dall'altro lato Otranto e Siracusa fungevano da Porti di sbarco verso le Isole di Rodi a Oriente.

Molte sono le tracce rimaste in tutto il Sud Italia anche dopo molti secoli dall'Inquisizione. Un esempio di grandissimo rilievo e' il Timpone, Antico Quartiere Ebraico di Nicastro-Lamezia Terme, ed i reperti ritrovati a Siracusa, con l'Antico Mikwe, ed a Bova Marina.

Ma ancor piu' sono i luoghi e le tracce sconosciute rimaste nell'ombra. Per centinaia di anni sopravvivono invisibilmente all'occhio umano senza destare alcun sospetto.

Analizzando l'area Campana, e' ben risaputo che molti Ebrei di origine Catalana vivessero proprio in questi luoghi, e mantennero le loro tradizioni Spagnole passandole ai posteri fino ad oggi. Un luogo di particolare interesse e poco considerato e' proprio la costiera Sorrentina, dove anche la zona di Equa andrebbe ben analizzata. Questa infatti, ha origini molto antiche risalenti a Popolazioni Fenicie presso le quali vivevano gli Israeliti, che secondo il Gaetano Parascandolo, nel libro Monografia del Comune di Vico Equense 1858, usavano un rito Orientale originario da quelle popolazioni gli uni dedicandolo a Febo e gli altri a Moloch, dalla radice malech regnare, che indicava la stessa Divinita' ( il Sole ). Conclude il Parascandolo indicando delle osservazioni del Macciuga Vargas anche il nome originario del Monte Faito chiamato anticamente Gauro dal Fenicio e Tauro dai successivi Greci indicando così che questi fosse il piu' elevato in tutta la provincia di Napoli. In oltre nel Museo Silio Italico che espone reperti archeologici di Necropoli Equane esistono esemplari di vasellame con alfabeto Fenicio, Nucerino, a cui si attribuisce origine Ebraica. 


Alfabeto Fenicio-Nucerino


Vaso Funerario


Vasellame Funerario


Vaso Greco


Questo precedente fa pensare che non solo queste origini lontane siano state le prime a fondare la zona Equana, ma che da allora sono sopravvissute anche alle incursioni dei Ghoti e Saraceni, essendosi le popolazioni originarie, secondo il Parascandolo, anche a seguito dell'Eruzione del Vesuvio del 79 d.c. rifugiatesi nelle zone collinari e sul Monte, ripopolando il Borgo Equano nel Medioevo quando appunto il commercio divenne fiorente grazie ai Catalani.


Torre Saracena


Castello Giusso


Porta del Muro Medioevale


Stemma della Citta' di Vico Equense con Stella a sei punte

Alcuni esempi di case catalane indicano chiaramente questa presenza in loco come il famoso Portale Catalano, dimora del GianBattista Della Porta, filosofo e scienziato, piu' volte perseguito dagli Inquisitori, e scampato, che porta lo stesso cognome del Rabbino Bonastruc da Porta, Ramban. In oltre il Parascandolo indica anche un altro personaggio locale che promosse la sommossa contro il Governo, detto Tommaso Aniello, che si oppose agli Inquisitori e fu poi rilasciato scampando il pericolo. Rimane così aperta l'ipotesi che la presenza originaria si sia trasmessa fino ai nostri giorni.


Portale Catalano




 

Donna Locale abitante nella Casa Catalana


Portale del 1282


Interno di Casa Medioevale


Interno di Casa Catalana



Pavimentazione



Il Giardino dei Melograni di S Maria del Toro



Borgo di S Maria del Toro